LA STAMPA 3D NELL’APPLICAZIONE PRODUTTIVA
Nuove frontiere di tecnologia per soluzioni aziendali
Da più di un decennio, soprattutto dalla scadenza nel 2009 del brevetto di Chuck Hull, è entrato nell’uso comune con una diffusione quasi capillare e nei più diversi ambiti, questa tecnica di produzione comunemente chiamata “stampa 3D”.
Definita altresì prototipazione rapida, con l’avvento di questa tecnologia innovativa si sono completamente stravolti i canoni produttivi conosciuti e utilizzati fino a quel momento. Il successo di cui tuttora gode, è dato dal fatto che le stampanti 3D sono più veloci, affidabili e semplici da utilizzare rispetto alle precedenti tecnologie di produzione sottrattiva, oltre al fatto che la creazione di un piccolo numero di oggetti è economica quanto una produzione su larga scala.
Per quale motivo un’azienda come Brombal dovrebbe inserire nel proprio parco macchine una stampante 3D?
A questa domanda risponde Matteo Erta, disegnatore tecnico responsabile della stampante 3D e del suo processo produttivo: “Abbiamo iniziato qualche anno fa, saltuariamente, ad usufruire tramite terzisti di questa tecnologia per realizzare alcuni dei nostri prototipi. La decisione di introdurre questo macchinario e di internalizzare il processo è arrivata quando abbiamo constatato che le applicazioni interne dei realizzati con questa tecnologia erano in costante aumento” spiega Erta, “con l’utilizzo di questa nuova stampante professionale 3D a filo, abbiamo la completa gestione dei tempi, dei costi e della produzione del prodotto, oltre all’insostituibile vantaggio di poter ristampare immediatamente un prototipo appena realizzato ma con le opportune modifiche applicate. La velocità di gestione infatti è uno dei vantaggi principali che ci hanno fatto propendere verso questa scelta.”
Le stampanti 3D utilizzano materiali diversi a seconda della destinazione di applicazione, differenziandosi per proprietà fisiche e meccaniche; questo specifico modello di livello tecnologico superiore utilizza un filo composito di Nylon e Carbonio, esteticamente simile alla plastica ma di resistenza nettamente maggiore. Per poter lavorare questo filo, l’estrusore (la punta della stampante) deve raggiungere i 274° necessari per la fusione del filamento.
“Le forme realizzate con la stampante 3D non sono riproducibili da lavorazioni effettuate attraverso la fresa o prototipi in altri materiali” continua Erta “in completa libertà creiamo modelli con l’apposito software o con il programma 3D utilizzato abitualmente, sperimentiamo, stampiamo e testiamo finché non raggiungiamo il risultato desiderato. Poter gestire completamente il processo della stampante 3D, dal disegno al prodotto finito, accorcia i tempi di ottenimento del prodotto come pensato”.
Una volta caricato il disegno 3D da produrre sull’apposito software, si programma o si procede stampandolo direttamente. L’estrusore muovendosi sugli assi X e Y in coordinazione con il movimento verticale del piano di appoggio, con movimenti di altissima precisione elaborati dal software su parametri settati in precedenza, deposita il materiale strato su strato generando così il prodotto.
Al termine della stampa, si estrae il piatto per la rimozione dell’oggetto “Qui inizia la parte pratica del lavoro” interviene Erta “la verifica dell’applicabilità del prototipo per l’uso per cui è nato. I motivi sono i più svariati proprio per la natura duttile di questa tecnologia: dal prodotto tester al riscontro dell’estetica, dalla valutazione degli ingombri e degli spazi al controllo funzionale, insomma un utilizzo a 360°, anzi 3D!” conclude con estro tecnologico Matteo.
Brombal ricerca costantemente innovazioni all’avanguardia per accrescere qualitativamente il proprio prodotto aumentando nel contempo l’efficienza del processo costruttivo: con l’introduzione di questa nuova tecnologia un nuovo tassello si aggiunge ed afferma l’importante attività svolta in Brombal di Ricerca&Sviluppo.
Osserva la stampa 3D da vicino! Scoprila nel nostro video direttamente dall’interno della stampante!